Professore Massimo Ammaniti Ordinario di psicologia dello sviluppo alla Sapienza La repubblica gennaio 1995
Recensioni, Recensioni "Farmacotossicodipendenze Conoscenze e Riabilitazione"
scritto da il 30-06-2021 11:54
È giusto usare mezzi coercitivi per curare i drogati? Un libro affronta il problema.
Un libro uscito in questi giorni (Farmacotossicodipendenze Conoscenze e Riabilitazione di Henri Margaron, Il pensiero scientifico, pagg, 178 lire 24.000) ci consente di riprendere questi interrogativi a cui l'autore che dirige in Italia un servizio per le tossicodipendenze, cerca di dare alcune risposte. Si tratta di un libro estremamente chiaro e sintetico che si rivolge fondamentalmente agli specialisti, ma che potrebbe essere letto, pur con qualche sforzo, anche da un pubblico soltanto interessato a questo problema sociale.
Il pregio maggiore del libro è quello di muoversi all'interno di un orizzonte complesso, che evita semplificazioni attorno alle condizioni di tossicodipendenza. Ripercorrendo le varie definizioni che nel tempo sono state date, ad esempio dall'Organizzazione della Sanità, viene fondamentalmente sottolineato il comportamento di dipendenza, che spinge una persona ad assumere droghe, alcolici ma anche psicofarmaci. Non dimentichiamo che indagini recenti hanno messo in luce che la dipendenza dagli psicofarmaci è un fenomeno assai più diffuso soprattutto in certe fasce a rischio come ad esempio le casalinghe di mezz'età.
Ma se c'è un sufficiente accordo quando si cerchi di definire il comportamento dipendente, i problemi sorgono quando si cerchi di capirne il significato e le cause che lo provocano. E ogni forma di determinismo che sia psicologico oppure biologico, dà una visione troppo parziale e, in definitiva, poco soddisfacente delle tossicodipendenze.
E oggi la tossicodipendenza, come viene messa in luce dall'autore, ha un significato diverso dal secolo scorso, quando l'esercito napoleonico riportò dall'Egitto l'hashish.
Allo stesso tempo non esiste un'unica forma di tossicomania. Esistono abitudini che si legano al contesto culturale, come ad esempio i consumatori di peyotl nei paesi dell'America Latina e i maestri"curanderos" che ne fanno uso per motivi religiosi e curativi. Ma oggi ha ancora un significato diverso, si tratta infatti di un fenomeno fondamentalmente individuale, quantunque vi siano influenze sociali e familiari.
Quando ci si muove nell'ambito delle tossicodipendenze individuali l'approccio clinico è spesso condizionato da atteggiamenti moralistici. Ad esempio, secondo la classificazione di Pichon vi sarebbe una tossicomania espressione di una vera e propria malattia ed una legata ad un vizio personale, e per tanto da condannare.
Tuttavia si stanno accumulando studi e ricerche sulla personalità dei tossicomani che aiutano a comprenderne meglio il significato del consumo di droghe, Come mette in luce Margaron mentre alcune classificazioni ripercorrono fondamentalmente le categorie psichiatriche basate sulle nevrosi e sulle psicopatie, certi contributi più recenti come ad esempio quello di Cancrini, cercano di coniugare approcci psicodinamici con quelli sistemico-relazionali. Non è sufficiente prendere in considerazione la personalità del tossicomane, occorre allargare il campo di indagine alle dinamiche e ala rete interattiva della famiglia, che può essere fortemente coinvolta o distaccata rispetto al giovane tossicodipendente. Tali classificazioni si rivelano particolarmente utili per impostare il programma di trattamento e decidere se conviene utilizzare interventi ambulatoriali, oppure semiresidenziali o anche comunitari, e in questo ambito che ruolo assegnare alla famiglia.
Si tratta come ho già detto di un libro utile che scaturisce dall'esperienza di uno specialista impegnato nel campo che cerca di fornire una cornice teorica al proprio lavoro....
Un libro uscito in questi giorni (Farmacotossicodipendenze Conoscenze e Riabilitazione di Henri Margaron, Il pensiero scientifico, pagg, 178 lire 24.000) ci consente di riprendere questi interrogativi a cui l'autore che dirige in Italia un servizio per le tossicodipendenze, cerca di dare alcune risposte. Si tratta di un libro estremamente chiaro e sintetico che si rivolge fondamentalmente agli specialisti, ma che potrebbe essere letto, pur con qualche sforzo, anche da un pubblico soltanto interessato a questo problema sociale.
Il pregio maggiore del libro è quello di muoversi all'interno di un orizzonte complesso, che evita semplificazioni attorno alle condizioni di tossicodipendenza. Ripercorrendo le varie definizioni che nel tempo sono state date, ad esempio dall'Organizzazione della Sanità, viene fondamentalmente sottolineato il comportamento di dipendenza, che spinge una persona ad assumere droghe, alcolici ma anche psicofarmaci. Non dimentichiamo che indagini recenti hanno messo in luce che la dipendenza dagli psicofarmaci è un fenomeno assai più diffuso soprattutto in certe fasce a rischio come ad esempio le casalinghe di mezz'età.
Ma se c'è un sufficiente accordo quando si cerchi di definire il comportamento dipendente, i problemi sorgono quando si cerchi di capirne il significato e le cause che lo provocano. E ogni forma di determinismo che sia psicologico oppure biologico, dà una visione troppo parziale e, in definitiva, poco soddisfacente delle tossicodipendenze.
E oggi la tossicodipendenza, come viene messa in luce dall'autore, ha un significato diverso dal secolo scorso, quando l'esercito napoleonico riportò dall'Egitto l'hashish.
Allo stesso tempo non esiste un'unica forma di tossicomania. Esistono abitudini che si legano al contesto culturale, come ad esempio i consumatori di peyotl nei paesi dell'America Latina e i maestri"curanderos" che ne fanno uso per motivi religiosi e curativi. Ma oggi ha ancora un significato diverso, si tratta infatti di un fenomeno fondamentalmente individuale, quantunque vi siano influenze sociali e familiari.
Quando ci si muove nell'ambito delle tossicodipendenze individuali l'approccio clinico è spesso condizionato da atteggiamenti moralistici. Ad esempio, secondo la classificazione di Pichon vi sarebbe una tossicomania espressione di una vera e propria malattia ed una legata ad un vizio personale, e per tanto da condannare.
Tuttavia si stanno accumulando studi e ricerche sulla personalità dei tossicomani che aiutano a comprenderne meglio il significato del consumo di droghe, Come mette in luce Margaron mentre alcune classificazioni ripercorrono fondamentalmente le categorie psichiatriche basate sulle nevrosi e sulle psicopatie, certi contributi più recenti come ad esempio quello di Cancrini, cercano di coniugare approcci psicodinamici con quelli sistemico-relazionali. Non è sufficiente prendere in considerazione la personalità del tossicomane, occorre allargare il campo di indagine alle dinamiche e ala rete interattiva della famiglia, che può essere fortemente coinvolta o distaccata rispetto al giovane tossicodipendente. Tali classificazioni si rivelano particolarmente utili per impostare il programma di trattamento e decidere se conviene utilizzare interventi ambulatoriali, oppure semiresidenziali o anche comunitari, e in questo ambito che ruolo assegnare alla famiglia.
Si tratta come ho già detto di un libro utile che scaturisce dall'esperienza di uno specialista impegnato nel campo che cerca di fornire una cornice teorica al proprio lavoro....
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